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INFO
- DATA: 23-06-2020
- LUOGO: Asuncion
STATO DI PROVENIENZA
Italia
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Vincenzo, insegnare la lingua di Dante in Paraguay
Vincenzo da 4 anni vive e lavora in Paraguay ad Asuncion, la capitale. Dopo essersi laureato ha trovato uno stage di qualche mese in quel Paese del Sudamerica. Lì è rimasto per insegnare italiano facendo un bel percorso che l’ha portato, in pochissimo tempo, dall’essere un insegnante a diventare, grazie alle sue capacità e alla sua tenacia e impegno sul lavoro, il Direttore dell’Istituto di lingua italiana del Comitato Dante Alighieri di Asunción. L’istituto è nato agli inizi del secolo scorso per diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo.
Di Vincenzo è chiara una cosa: se decide di impegnarsi in qualcosa, riesce. Era così all’università, dove ci siamo conosciuti, quando passavamo ore e ore a studiare e a ridere insieme. Ha una capacità e una disciplina invidiabili: si dorme 8 ore, si studia, si mangia – ai tempi le conserve di mamma Carmen che da Salerno aveva adottato un certo numero di noi studenti della capitale – e ci si diverte con gli amici.
Prima di arrivare ad Asuncion, come molti ragazzi della nostra generazione Enzo ha viaggiato, ha studiato all’estero, ha imparato più lingue e ha trovato la sua strada con una laurea in Scienze Politiche che spesso in Italia è considerata poco o niente. Certo, ha dovuto abbandonare casa sua, ma senza mai guardarsi indietro e senza remore, la sua vita ora è ad Asuncion ed ha appena comprato casa!
Il lockdown
Il mio viaggio di aprile per il matrimonio di Giselle comprendeva anche un piccolo “detour” in Paraguay, ci sono già stata 10 anni fa percorrendo chilometri e chilometri tra Ciudad del Este – molto vicina alle Cascate di Iguazù al confine col Brasile – ed Asuncion. Avevo attraversato la foresta tropicale tra Reducciones dei Gesuiti in cui venivano “convertiti” gli indigeni e i paesaggi caldi e senza fine di quelle terre che mi sembravano remotissime… il Paraguay ha un territorio più grande dell’Italia e sono 7 milioni di abitanti che si concentrano nella parte orientale del Paese perché a ovest c’è la savana.
Il primo caso di coronavirus è stato annunciato il 7 marzo scorso in Paraguay, dall’11 marzo il governo ha limitato gli assembramenti – dunque anche le lezioni – e dal 20 marzo è iniziata la quarantena assoluta col coprifuoco a partire dalle 20. Tutto questo fino al 3 maggio. Solo le attività economiche essenziali come quelle della catena alimentare e del sistema sanitario potevano restare aperte.
Il Paraguay ad oggi conta solo 13 vittime per coronavirus e 1380 contagi circa. Come mai allora un blocco così serio? Beh perché il sistema sanitario è carente e non sarebbe stato in grado di organizzarsi per una “catastrofe” sanitaria come quella avvenuta nel nostro Paese. Le attività economiche private ne hanno risentito moltissimo, così come le scuole, ma in generale non si può dire che l’economia sia crollata perché si basa principalmente sul settore primario, le industrie e il terziario non sono granché sviluppati.
Le scuole in Paraguay
Le scuole in Paraguay, così come gli ospedali, sono per lo più privati. Non esiste uno stato sociale come in Italia dove sia scuole che ospedali pubblici funzionano bene, nonostante alcune inefficienze che sono sotto gli occhi di tutti. Anche la Dante Alighieri di Asuncion è una scuola privata che conta 1100 studenti tra primaria e secondaria nelle sue due sedi, una in centro e l’altra subito fuori dalla capitale.
La classe medio-alta del paese può permettersi sia assicurazioni sanitarie che scuole private ed è così che si sviluppa il sistema scolastico: varie scuole di nazionalità diversa – italiane, tedesche, statunitensi, giapponesi, cinesi – ma anche locali che formano gli adulti di domani. Il blocco dell’economia dovuto al coronavirus ha portato a una crisi anche per queste scuole.
Le lezioni sono subito passate in modalità online alla Dante Alighieri, il che ha portato un incremento di lavoro per tutti i docenti come è successo anche qui da noi in molti casi. I genitori però hanno iniziato a protestare per i pagamenti delle rette, volevano delle riduzioni data la situazione eccezionale, e allora tutte le scuole, inclusa la Dante, hanno fatto sconti sulle rette mensili dal 20 al 40%. Questo ha significato un taglio dei salari dei professori, non esistono formule come la cassa integrazione in Paraguay.
Le scuole private sono tutte non-profit e riescono a mantenersi con le rette e con quelle pagano gli stipendi dei professori… riducendo le rette, non ci sono abbastanza soldi per pagare i docenti e alcune scuole – inclusa quella di Enzo – hanno tagliato i salari dal 10% al 40%, una scuola di origine cinese ha chiuso.
La Fase 2 e il paradosso della Dengue
In Paraguay non si è parlato di Fase 2 come da noi, ma dal 3 maggio si sono gradualmente riaperte le attività a scaglioni di 3 settimane in 3 settimane. Oggi sono nella Fase 3, in cui praticamente tutto è ricominciato, anche le palestre sono di nuovo aperte, ma per le scuole si parla ancora di riaperture a dicembre. Le frontiere con gli altri Paesi sono ancora chiuse: il governo ha paura dei contagi da fuori, soprattutto attraverso Ciudad del Este che è un hub commerciale enorme al confine col Brasile.
Enzo mi dice che probabilmente il virus non si è diffuso come in altri Paesi per la scarsa densità della popolazione, il Paraguay è un po’ come la Grecia o l’Italia del Sud, la sua posizione periferica rispetto a Buenos Aires in Argentina o a Rio in Brasile l’ha tenuto “al riparo”. E’ invece molto presente la Dengue, soprattutto in estate, fa molte più vittime e tra gennaio e febbraio gli ospedali erano affollatissimi!
Purtroppo la Dengue si trasmette tramite zanzare e non c’è distanziamento sociale che tenga! Si possono solo fare disinfestazioni e riempirsi di repellente. Questa piaga continua a tormentare l’America Latina ogni estate, mentre per ora il coronavirus, almeno in Paraguay, sembra più facile da gestire. C’è timore per l’inverno – che da quelle parti inizia adesso – e per i tassi di crescita in picchiata dei contagi in Brasile. Enzo spera che presto si aprano i confini e di poter rientrare in Italia per un po’ e riabbracciare famiglia e amici, anche perché nel frattempo si è nuovamente laureato in Ca’ Foscari con un Master in “Didattica e promozione della lingua e della cultura italiane a stranieri” ed è giusto festeggiare!