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  • DATA: 26-07-2020
  • LUOGO: Torino

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Sempre in quarantena, Andrea e Giuliana: in salute e in malattia

Com’è stato vivere il lockdown quando già prima si era in quarantena? Andrea e Giuliana vivono in una quarantena quasi completa da circa un anno, non che nei tre precedenti abbiano avuto una grande vita sociale. Nel 2016 ad Andrea è stato diagnosticato un Parkinson, aveva meno di 60 anni e si sentiva ancora “giovane” e nel pieno delle forze, ma qualcosa in lui ha cominciato a non funzionare.

Visite, medici, l’incredulità generale della famiglia, controlli su controlli per capire come arginare la malattia. E poi tutti i pensieri di negazione, i su e giù emotivi, il senso di sconfitta, di impotenza, la rabbia. La rabbia è un’emozione bizzarra, ti carica di energia che può distruggere o accumularsi dentro fino a farti scoppiare, ma ancor più spesso è una maschera del dolore, perché è il dolore che si presenta acuto quando si ottiene la diagnosi per una malattia degenerativa dalla quale non ci si può curare.

Inizialmente la speranza era quella di un decorso lento della malattia, i malati di Parkinson possono vivere in buone condizioni anche una decina di anni tutto sommato. Hanno allora comprato un nuovo camper, perché di una cosa erano certi: Andrea e Giuliana avrebbero voluto passare la loro vecchiaia viaggiando, così come avevano trascorso ogni momento libero durante tutta la loro vita insieme.

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La malattia al galoppo

Sono riusciti a fare solo qualche viaggio breve, perché molto presto Andrea non è stato più in grado di guidare. Giuliana ha continuato a insistere finché ha potuto: sono andati in Sicilia, Portogallo, Sardegna. Si occupava lei di tutto perché Andrea diventava sempre meno autosufficiente. Ai momenti di estremo amore si alternavano quelli di rabbia verso una persona che cominciava a non riconoscere più, l’amore della sua vita.

Li ho conosciuti una sera d’estate, Giuliana faceva giocare Andrea a Scarabeo e lui componeva parole complicatissime, quella che componeva in quel momento era “schematicamente”. Li guardavo attraverso la luce della finestra, era ormai il tramonto. Il prendersi cura di Andrea per Giuliana è diventato un lavoro a tempo pieno e per me quello che c’è tra loro è un amore puro, di quelli che si vedono in giro raramente.

Ci si potrebbe confondere pensando che Giuliana sia l’unica a dimostrare amore con la cura costante per Andrea, e invece no, anche nel pieno della malattia che ormai gli ha tolto quasi ogni capacità di parola, di vista e di movimento, Andrea sussurra, stringe, sorride con gli occhi e quando Giuliana gli chiede: “che voto dai alla tua vita?”, lui risponde sempre mostrando con le dita delle mani “Otto”. Andrea di testa e di cuore c’è, il corpo fa i capricci.

La quarantena nella quarantena

Quando è iniziata l’inquietudine per il coronavirus, Giuliana era molto preoccupata e ha quasi completamente smesso di uscire. Se avesse preso il virus, avrebbe potuto passarlo ad Andrea e nelle sue condizioni un’influenza di quel genere avrebbe potuto essere pericolosissima, tanto quanto un eventuale ingresso in ospedale.

Negli ultimi mesi le condizioni di Andrea sono ancora peggiorate, ma tutte le visite mediche erano bloccate, così come quella per ottenere l’indennità di accompagnamento. La burocrazia si è praticamente fermata e per persone in uno stato così fragile anche pochi mesi fanno davvero la differenza!

A parte questo, la vita di Andrea e Giuliana durante il lockdown non è granché cambiata, perché hanno continuato a restare in casa così come facevano prima. Per due viaggiatori come loro questo cambio di vita è stato inizialmente doloroso e la sfida è stata trovare un nuovo senso di libertà anche nella costrizione che vivono quotidianamente.

Trovare la libertà dentro di sé

Questa libertà Giuliana e Andrea la trovano nei ricordi, nelle mille avventure che hanno vissuto: dall’arrampicata in montagna, al viaggio in bici in Scozia, all’acquisto di un Westfalia, ai viaggi coi bambini. Non hanno mai aspettato per vivere, hanno sempre vissuto pienamente e adesso che la vita li ha messi di fronte a questo dolore, lo affrontano senza rimpianti per quello che avrebbe potuto essere, perché è solo così che è.

Nella loro casa non mancano i sorrisi, la tenerezza, la gioia. Le cose piccole hanno un’importanza fondamentale, come quando la mattina Andrea ancora dorme e Giuliana può curare le sue piante e prendere il tè, oppure la sera quando Andrea si addormenta e Giuliana accende una candelina e legge un libro nel suo angolo preferito di casa o semplicemente guarda dalla finestra.

Guardare alla vita con ironia anche nelle situazioni più tragiche, godere del presente, essere grati di quello che abbiamo, prendersi cura con tenerezza e senza pretendere nulla in cambio, amarsi tanto tanto in salute e in malattia… queste sono solo alcune delle cose che ho riconosciuto profondamente stando con loro che oggi sono anche la mia famiglia. E per vedere continuare il loro sogno, quest’estate lasceranno a me e Luca il loro camper e noi li porteremo in giro con noi con orgoglio, nel cuore e nei pensieri. Grazie per avermi accolta!

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