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INFO

  • DATA: 11-11-2020
  • LUOGO: Milano

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il mio cammino di santiago

Cristina in-giro per cammini

Mi è costato un po’ sedermi qui davanti al computer e iniziare a raccontarvi questo percorso. Tirare fuori dalla mia anima tutto ciò che ho vissuto fin dagli inizi e trasformarlo in un percorso di parole, di scoperta, di emozioni e soprattutto di crescita personale.

Non sapevo nulla dell’arte di Camminare circa tre anni fa. Vivevo un periodo molto felice, tra amici meravigliosi, concerti e viaggi. Il lavoro che desideravo fare da sempre era finalmente arrivato e mi stava dando tante soddisfazioni. Mi sentivo innamorata di ciò che ero riuscita a costruire, dopo tanta fatica e delusioni, fino a quel momento. Eppure mi mancava un pezzettino. Non saprei spiegarvi in realtà cosa nello specifico, era forse una tensione verso qualcosa che avrei voluto vedere con i miei occhi, vivere sulla mia pelle e percorrere con i miei passi. Un viaggio da sola, era da lì che dovevo partire. 

Così, ricordo benissimo anche il momento preciso, guardandomi allo specchio una sera d’inverno del 2017, nel mio micro-appartamento di Milano, intorno alle 20 mi sono detta: “Cri, che ne dici di partire per la Spagna e fare il Cammino di Santiago? Te la senti di iniziare a capire come funziona? Il mio “Si lo voglio” è partito dallo stomaco fino a sfociare in un bel sorriso e così dal giorno dopo ho iniziato il mio studio. Uno studio matto e disperato, snocciolato fino ai minimi termini, appunti, appuntamenti con ex-pellegrini, navigate infinite su internet, lettura dei libri di Coelho, visite alla chiesa romano-gotica di San Cristoforo sul Naviglio di Milano. Muoversi il prima possibile per ottenere la Credenziale e iniziare ad allenarmi, solo questo contava e solo questo mi ha accompagnato lungo i 6 mesi successivi.

Studiare con moderazione

Naturalmente tutto ciò che ho appreso, studiato e programmato mi è servito a poco. Bastava molto meno! Sono diventata un’esperta su ogni cosa, sulle scarpe migliori sul mercato, sulle tempistiche burocratiche per richiedere la Credenziale che è il diario del pellegrino su cui apporre i timbri ad ogni tappa e che ti identifica come tale. Esperta sugli spostamenti da fare e sulle tappe giornaliere, persino sulle facce dei proprietari degli albergues ma, oggi vi dirò, col senno di poi: serve davvero molto ma molto meno di tutto ciò

Ognuno però ha le sue fisse, le sue debolezze, le sue forze e questo del conoscere ogni minima sfumatura di ogni cosa, la mania di controllare tutto è (o forse era) il mio feticcio, il mio culto personale. Oggi dopo due anni, questa mania, mi fa sorridere e mi fa provare tanta tenerezza nei miei confronti. Me ne sono accorta quando da totale neofita dei cammini, lungo il mio Cammino, parlavo con chi, alla sua quarta volta sulla via di Santiago, non conosceva tantissime cose per me essenziali, come la Chiesa di San Andrés a Villamayor de Monjardìn che ha un’acustica eccezionale, se volete cantare, sperimentatela. 

Altra sfaccettatura e altro episodio  importante del mio studio e dei risultati conseguiti è stata la discussione con un caro amico che ho ospitato qualche tempo fa per qualche giorno, esperto di cammini, montagne e dormite in tenda a 3000 mt, stupito ed incredulo della mia consocenza di ogni modello di scarponcini da trekking, o dell’uso del bastone o di come organizzare lo zaino. “Come fai a sapere tutte queste cose? Sicura di camminare solo per piacere personale o quando hai la domenica libera?”.

CREDENZIALE foto

Prima di partire, una buona guida

Tutto ciò per dirvi che potete fidarvi di me, se state pensando di organizzare il prossimo cammino, secondo i miei suggerimenti. Vi suggerisco anche di mettere a tacere tutte quelle stupide vocine che abbiamo in testa tutti i giorni, e che ci dicono  che dobbiamo sapere tutto per forza per far qualsiasi cosa e che non siamo mai abbastanza per far nulla e che non ce la faremo mai. Si che ce la farai!

Iniziamo così con qualche suggerimento utile prima di partire.

La migliore guida che potete comprare e quella più vicina alla realtà di tutte quelle che –  naturalmente –  ho letto prima di partire è di Terre di Mezzo Editore, “Guida al Cammino di Santiago de Compostela. L’ho seguita quasi passo passo, semplice, intuitiva e con suggerimenti pratici e utilissimi, soprattutto nei momenti di necessità, quando hai bisogno di una seconda opportunità per trovare un albergue perchè tutti pieni quando raggiungi l’ultima tappa o per sapere tra quanti esatti km arriverai alla tappa successiva. Utilissimi anche i suggerimenti sui luoghi da visitare, quello della Chiesa di San Andrés l’ho scoperto proprio qui. Viene aggiornata spessissimo, così da avere informazioni quasi in tempo reale, in ogni nuova edizione. (Il mio anno acquistai la 10ma edizione).

Dunque primo passo una buona guida, che vi darà solo un’idea di quello che andrete a vivere, ma che sarà preziosa lungo il percorso, e che vi consiglio di riempire di note e nuove info per ogni tappa. Ritrovare al rientro da questa esperienza le vostre note o i vostri biglietti e ricevute o leggere le date sarà un balsamo per la vostra anima.

Abbiate cura dei vostri piedi

La guida vi servirà per capire se questo tipo di viaggio è ciò che state davvero cercando e che fa per voi. Una volta deciso, si passa al concreto, al terreno, in tutti I sensi. Partiamo dal basso. Sto parlando di scarpe. Provatene tante e studiate, sì, in questo caso vi consiglio di farlo, studiate i vostri piedi. Studiate le migliori in commercio in base al vostro budget e alla vostra anatomia, esistono tantissime scarpe da trekking e ciò che va bene per qualcuno potrebbe non andar bene per voi. Dunque provate, sperimentate e soprattutto camminateci un sacco  prima di partire, capite se fanno al caso vostro. Saranno un legame unico e indissolubile, un matrimonio direi. Io mi sono trovata benissimo con le Salomon, scarponcino alto, in gore-tex (essenziale per umidità pioggia ma anche per mantenere il piede a una temperatura ottimale). 

E i calzini, vi prego i calzini. Che siano anatomici, quelli da running vanno benissimo e cambiateli ogni santissimo giorno, lavateli per bene con il pezzo di sapone di marsiglia che porterete con voi e, consiglio personalissimo, ogni due ore fermatevi per riposare almeno 15 minuti e levatevi tutto, fate respirare i piedi e asciugare i calzini, se fa troppo caldo, non vi succederà nulla, nessuna vescica. Abbiate cura dei vostri piedi perchè solo loro potranno portarvi dove vorrete e fino alla fine, Amen. 

In caso di necessità utilizzate i cerotti Compeed e lasciateli lì sulle vostre piccole ferite, che saranno piccole se avrete cura di voi, finchè non si staccheranno da soli. Vi assicuro che salveranno anche la vita a qualche pellegrino incurante di se stesso che incontrerete ma che avrà la fortuna di incontrarvi a sua volta.

Lo zaino

Zaino. La vostra casa, la vostra chiocciola. Un peso che odierete tantissimo all’inizio ma da cui non riuscirete più a staccarvi alla fine. Appena fatto vi sembrerà di non aver messo nulla o troppo poco per sopravvivere. Una volta lì, inizierete a lasciare cose per strada o a ragionare in grammi: “Perchè tre paia e non due? Ma davvero ho portato questo pantalone in più? E questo rossetto che ci fa qui? Noooo e questa canotta di cotone ultrafino? Ma stavo andando ad Ibiza per caso? 

Dimenticate la vita di ogni giorno, dimenticate tutto e riflettete su ciò che può essere utile solo alla vostra sopravvivenza. Poi iniziate a riempire lo zaino, che dovrebbe pesare 1/10 del vostro peso corporeo. Sapete quanto pesava il mio il 12 luglio 2018, giorno della mia partenza? 12 kg. 12 kg ragazze e ragazzi. Una follia. E dentro non avevo quasi nulla, per la mia “idea di nulla” del tempo. Pensate che pesi 120 kg? Peso esattamente la metà, fate un po’ voi. 

Vi consiglio di mettere nel vostro zaino: 3 paia di calzini anatomici antisfregamento e 3 paia di mutande comode, 2 paia di pantaloni o leggins o pantaloncini leggerissimi e 2 maglie traspiranti, 1 felpa, un cambio per dormire, un telo in microfibra, una giacca antivento, cappello, crema solare alta protezione, sacco lenzuolo, sacco a pelo per chi lo ritiene indispensabile, (io d’estate non ne ho avuto necessità), tappi per orecchie, torcia frontale o da testa, sapone di marsiglia per bucato e doccia, spille da balia per appendere il bucato, sacchetti di plastica con chiusura ermetica, pinzette, piccolo marsupio e infradito (per doccia e/o seconde scarpe leggere di riserva). Ultima chicca: balsamo di tigre, massaggiatevi ogni sera piedi e gambe, sarà un sollievo.

Mi fermerei qui, ma ascoltatevi bene e capite ciò di cui avete realmente bisogno. Se sbagliate non preoccupatevi, sbagliando si impara, siate gentili con voi stessi. Quando ho ritrovato l’ultimo giorno un vestitino da spiaggia nello zaino, sono scoppiata a ridere, per intenderci. Era a righe bianco e blu.

ZAINO foto

Chi sono 

Sono una che cammina. Una che cammina con i piedi, con la mente e con il cuore. Non sono sempre stata una che cammina. Ho iniziato pochi anni fa, per gioco e per una sfida personale: percorrere quanti più km possibili del Cammino di Santiago. L’anno dopo è arrivato il Cammino Inca fino al Machu Picchu e gli anni successivi tanti altri, più o meno conosciuti. La mia è una vera passione e non riesco più a farne a meno.

Amo perdermi, per poi ritrovarmi, lungo strade cittadine sconosciute, boschi infiniti o sentieri inesplorati. Sono due in una, due anime, due cuori. Mi chiamo Maria Cristina, ho due nomi e camminare è una delle mie personalissime forme di “Amor Proprio”

Venite con me a fare due passi?

Seguimi su Instagram @maracri

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