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  • DATA: 11-02-2021
  • LUOGO: Bruxelles

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Belgio

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Rubrica sulle #Parole
La confusione

Elisingiro

La Confusione è solitamente intesa come uno stato di turbamento che porta a smarrimento, indecisione, frustrazione. Pensiamo alla confusione di Don Rodrigo ne I promessi sposi di Alessandro Manzoni di fronte al fatto di aver preso la peste. Nel dialogo sotto, si rivolge al suo servitore, Griso, nel capitolo XXXIII (sì, sto rileggendo I promessi sposi!):

«Il Griso prese il lume, e, augurata la buona notte al padrone, se n’andò in fretta, mentre quello si cacciava sotto.

Ma le coperte gli parvero una montagna. Le buttò via, e si rannicchiò, per dormire; ché infatti moriva dal sonno. Ma, appena velato l’occhio, si svegliava con un riscossone, come se uno, per dispetto, fosse venuto a dargli una tentennata; e sentiva cresciuto il caldo, cresciuta la smania. Ricorreva col pensiero all’agosto, alla vernaccia, al disordine; avrebbe voluto poter dar loro tutta la colpa; ma a queste idee si sostituiva sempre da sé quella che allora era associata con tutte, ch’entrava, per dir così, da tutti i sensi, che s’era ficcata in tutti i discorsi dello stravizio, giacché era ancor più facile prenderla in ischerzo, che passarla sotto silenzio: la peste.»

Secondo me, però, la confusione, può essere anche un momento fertile e di apertura.

Confusione e… Confucio

La confusione spesso ci sembra sintomo di qualcosa che non va. Abbiamo così tante cose in testa che non riusciamo a mettere ordine, a capire cosa fare, a trovare sicurezza. Siamo lì che annaspiamo, eppure la soluzione non arriva.

Istintivamente, ho associato la parola Confusione a Confucio, probabilmente a un primo impatto solo perché iniziano con la stessa sillaba, poi ci ho trovato un legame più profondo. Da Confucio ha inizio tutta una corrente filosofica che ha posto le basi di gran parte della cultura asiatica, soprattutto cinese e coreana, rispetto al come si sta al mondo.

Confucio era un uomo del 500 a.C. e sappiamo di lui grazie alle traduzioni degli scritti dei suoi discepoli che i Gesuiti raccolsero e portarono in Europa nel XVII secolo. La parola Confucio è una latinizzazione di Kong Fuzi, il Maestro Kong e tutto il suo insegnamento di vita è volto alla rettitudine e alla giustizia nel sociale, alla lealtà e all’empatia nei confronti degli altri, all’apprendimento come pratica e riflessione, in un cammino continuo di perfezionamento della propria persona.

Confusione e Armonia

Tutto questo rimanda al concetto di Armonia che è anche proprio della cultura greca antica, armonia intesa come azione che fa di elementi originariamente diversi una cosa sola, che rende organica la visione del rapporto tra natura e cultura.

L’armonia non è un idillio, come la dèa Harmonia, nata dall’unione tra Afrodite, dea dell’amore, e Ares, dio della guerra, l’Armonia è ambiguità, coesistenza di opposti, confusione. Questa ambiguità si evince anche dal fatto che dalla stessa radice deriva anche la parola Harma, che significa sia “carro da guerra” sia “unione, amore”.

Diceva infatti Eraclito che «Da elementi che discordano, si ha la più bella armonia». Nella discordanza della confusione si può trovare bellezza, si può trovare una strada, a un certo punto si arriva a un ordine nuovo, dal caos si passa al cosmo.

Confusione come caos

Nella Teogonia, una delle quattro forze generatrici da cui nascono gli dèi è il Caos. Dal greco antico questa parola non ha il significato solitamente negativo e oscuro che le associamo, ma vuol dire anche “spazio beante, aperto, vuoto”.

Dal Caos, si genera il Cosmo, il mondo ordinato, ma senza confusione, non ci sarebbe potuto essere ordine. È come un flusso, un’essenza mutevole, la stessa essenza di cui è fatta la vita.

Così mi piace ricordare la frase immortale di Friedrich Nietzsche «Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante». Nei momenti di confusione, di sconforto, di disordine completo, pensare a questa frase mi fa credere che uscirò dal tunnel vorticoso di pensieri, che troverò una strategia per uscirne.

Confusione, armonia, educazione

Per concludere, mi piacerebbe fare un elogio alla Confusione e alla ricerca di Armonia che è un tentativo di far coesistere elementi diversi, ognuno con la sua propria dignità, riportando questa citazione dell’insegnante e scrittore francese Daniel Pennac. Che poi “educazione”, significa “tirare fuori”, anche dalla confusione, non “istruire”. 

«Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini.»

 

 

Nella foto ero in copertina ero all’Università a Bruxelles, era un periodo sicuramente di confusione e di totale incertezza sul futuro, ma anche di grande festa!

Ne parliamo qui con Massimo Buratti.