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  • DATA: 26-04-2020
  • LUOGO: Centrafrica

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Angelo, la sanità in centratrica ai tempi del corinavirus

Angelo vive e lavora in Centrafrica da ormai 15 anni, quando ha fatto un cambio di vita radicale. Dopo i primi 5 anni in Centrafrica come laico, ha deciso di diventare frate bétharramita e da 10 anni gestisce un centro di assistenza per le persone in AIDS nella diocesi di Bouar, nell’ovest del Paese, al confine col Camerun.Il Centro è stato aperto nel maggio del 2010 e oggi ha in cura più di 1000 malati tra i quali un centinaio di bambini sieropositivi orfani.

Nella Repubblica Centrafricana il primo caso di Covid19 è stato segnalato a metà di marzo. Ad oggi  i casi dichiarati dal Ministero della Sanità sono 22 tra cui la maggioranza sono casi importati arrivati a Bangui per via terrestre.

Tenendo conto di come vive la popolazione e la situazione degli Stati vicini, la situazione può solo peggiorare. Infatti le decisioni di restrizione non sono osservate, i trasporti pubblici, i mercati sono tuttora aperti. Per ora sono le scuole l’università e le chiese ad essere chiuse. Alle frontiere , soprattutto quella con il Camerun, nonostante ci sia ordine di non far passare nessuno, le persone continuano ad arrivare in Centrafica.

Tutta questa situazione, nei prossimi mesi, non può che far pensare ad un aumento di casi e, non solo a Bangui.

Purtroppo il sistema sanitario della Repubblica Centrafricana è fatiscente, i tamponi possono essere eseguiti solo a Bangui, 450 km di distanza da Bouar. Il lavoro che si sta facendo è di sensibilizzare il più possibile la popolazione sulle norme minime d’igiene. Tutte le compagnie telefoniche continuano a mandare sms e radio e televisione a trasmettere degli spot sulla prevenzione.

Angelo si sta muovendo per l’acquisto di materiale di primo soccorso (mascherine, guanti, soluzioni alcoliche per la disinfezione delle mani, ecc.) grazie a dei finanziamenti, e cerca di prepararsi con la sua comunità nel caso in cui l’epidemia prenda piede.

Angelo Centrafrica
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